
RIFIUTI.TUTTI VOGLIONO NUOVI IMPIANTI MA ALL’ORIZZONTE UNA NUOVA FORTE EMERGENZA
23 Agosto 2019Dopo il secco no degli impianti del nord a ricevere ingenti quantità di frazione organica dalla Campania e l’impianto di Acerra chiuso all’orizzonte una nuova forte emergenza.Irpiniambiente annuncia l’inizio di possibili criticità e di una probabile riduzione del servizio di raccolta.
Una crisi annunciata che nei prossimi giorni rischia di toccare l’apice dopo che gli impianti del Nord Italia hanno chiuso alla disponibilità per la ricezione ed il trattamento dei rifiuti umidi organici prodotti anche in provincia di Avellino.Il picco dell’emergenza è previsto per metà settembre.
Con l‘impianto di Acerra fuori gioco per 40 giorni per manutenzione e migliaia di tonnellate prodotte in Irpinia, ci apprestiamo a vivere due mesi di grossi disagi.
Irpiniambiente in un comunicato ha fatto sapere che la situazione al momento resta sotto controllo almeno per gli utenti e che al momento – “non ha dovuto adottare misure drastiche” – , ma che si è ritrovata costretta a chiudere il conferimento presso lo Stir di Pianodardine e l’impianto di Flumeri ai comuni che svolgono raccolta in proprio o con affidamento ad altre aziende.Se la situazione degli impianti settentrionali dovesse persistere la società irpina immagina anche una riconfigurazione generale della raccolta.Che tradotto significa parziale ed in alcuni casi totale riduzione del servizio.
ESIGENZA DI NUOVI IMPIANTI , RISPARMIO ECONOMICO ED AMBIENTALE
La storia, soprattutto quando si parla di Campania e in special modo quando si parla di rifiuti, sembra insegnare davvero sempre molto poco.Esperti e politici, ultimo il Presidente della Provincia di Avellino Biancardi, negli ultimi giorni sembrano essere tutti d’accordo.Alla Campania occorrono nuovi impianti.Si ma quando, come e con quali disponibilità economiche? E soprattutto bisognava toccare l’emergenza per trovare un piano b?Il Governatore De Luca aveva immaginato una quarta linea per l’impianto di Acerra ma nei mesi scorsi ha dovuto virare, prendendo tempo, visti i 120 milioni da sborsare per la realizzazione.
IRPINIA, IL BIODIGESTORE DELLA DISCORDIA
Ma veniamo all’Irpinia.Da mesi ci si dà battaglia per la creazione di un biodigestore che oltre a risolvere una buona fetta dei problemi irpini potrebbe produrre economia, abbattere l’inquinamento e i costi per l’esportazione della frazione organica fuori regione.E invece no, si prende tempo, si improvvisa ed ecco far ritorno dopo anni di assenza di una nuova emergenza.
SCENE DIMENTICATE:CUMULI DI IMMONDIZIA, ROGHI, DIOSSINA E SPORCIZIA