RIFIUTI, OK AL BILANCIO CON SCINTILLE. IRPINIAMBIENTE: «NON CI SONO PIÙ LE CONDIZIONI»

RIFIUTI, OK AL BILANCIO CON SCINTILLE. IRPINIAMBIENTE: «NON CI SONO PIÙ LE CONDIZIONI»

24 Marzo 2023 0 Di Vincenzo Di Micco

Parere favorevole della maggioranza dei sindaci al bilancio previsionale dell’ente d’ambito dei rifiuti d’Irpinia guidato da Vittorio D’Alessio.

Al termine di quattro ore di un’assemblea infuocata ha votato sì il 36,9% dei presenti, contrari il 25% (percentuali ponderate in base al peso dei comuni, ndr).

Si trattava di una decisione non vincolante per il Consiglio, cioè per l’organismo ristretto composto da 12 membri, che domani ratificherà, e a maggior ragione visto il sostegno, la decisione.

Nel confronto sono riaffiorati tutti i contrasti in corso, da mesi, nell’Ato, tra Ato e Provincia, e anche quelli interni al Partito Democratico. Da via Tagliamento infatti era stato invocato un voto favorevole dei propri sindaci per scongiurare l’affidamento al privato. Invece, il presidente della Provincia Rino Buonopane, a sorpresa, nel dibattito ha evidenziato con forza una diversa interpretazione delle norme dopo consulti regionali e ministeriali: dopo il 31 marzo – è la tesi sostenuta – in caso di mancato affidamento i 113 comuni possono costituirsi in Sub ambito nella loro totalità e continuare la gestione tramite Irpiniambiente acquisendone il 51% dalla Provincia. (Che ne pensa la Segretaria provinciale del mancato confronto interno sarà motivo di dibattito nei dem).

Al termine della maratona, il presidente D’Alessio non ha chiuso la porta a questa eventualità ma intanto ha già rispedito al mittente una possibile offerta da 3,5 milioni di euro quale costo per il trasferimento all’Ato del parco mezzi della società provinciale, la trattativa s’incrina: “Viste le prospettive e le strategie svelate stasera non ci sono le condizioni per concluderla” ha dichiarato (vi rimandiamo alla risposta integrale fornita nell’intervista video).

I sindaci che hanno votato contro hanno temuto innalzamenti di costi della tariffa e accusato di scarsa programmazione l’ente che non ha messo un euro in bilancio per lo start up. Quelli che hanno votato a favore hanno di fatto dato il via libera alla creazione di una nuova società, che necessiterà di 4 milioni di euro in fase di partenza, ovvero circa 11 euro ad abitante, questo il costo momentaneo per conservare la gestione pubblica del servizio.

In sala era presente anche una delegazione dei lavoratori di Irpiniambiente. 

Più volte è stata evocata la norma introdotta dal governo Meloni a dicembre con cui si fissa il termine ultime del 31 marzo per assegnare il servizio a società pubbliche.

Dopo quella data, in caso di mancato affidamento, i vertici tecnici dell’Ato nell’assemblea hanno ribadito che non ci sarebbe altra alternativa se non quella di una gestione privata. Su questo punto si sono scatenate accuse incrociate di “terrorismo pisocologico” verso le fasce tricolori.

Molte nel frattempo hanno preferito abbandonare i lavori.

Va detto che quella stessa norma, fissa dei paletti tali per cui, se in Irpinia si confermerà la gestione pubblica, il prossimo anno in assenza dei requisiti di efficacia ed efficienza, i comuni saranno costretti insieme all’Ato a rivolgersi al mercato privato.

Con gli incrementi dei costi in vista per i mancati accordi politici, la strada appare già segnata al di là delle apparenze e delle appartenenze.

Nota a margine. La classe dirigente irpina non ci ha fatto una bella figura. Dopo aver discusso per mesi inutilmente, dopo aver svolto elezioni per l’Ato senza programmi di partenza predefiniti da parte di vinti e vincitori, e per via di norme cambiate in corso d’opera, i sindaci si sono ritrovati “sepolti” dall’incapacità a gestire la spazzatura. L’unica eccezione, piaccia o meno, efficace o no si vedrà, è stata quella del Capoluogo che ha compiuto anzitempo una scelta diversa: aprire al privato per abbattere i costi.

Ricapitolando, appare probabile, salvo bocciature della Corte dei Conti, la costituzione in provincia di Avellino di una new.co che assorbirà i lavoratori della società provinciale Irpiniambiente facendo sicuramente lievitare i costi del servizio (di quanto è possibile stimarlo ma senza certezza, il sindacato ipotizza fino a 200 euro ad abitante). Questa è l’unica alternativa ai privati concretamente emersa sin qui.

Su cosa accadrà dal 1° aprile in poi le parti, c’è da scommetterci, continueranno a dividersi in attesa delle evoluzioni; quelle che i cittadini aspettano restano servizi di spazzamento e raccolta economici ed efficaci.