POLITICHE 2018. DALL’AZIONE CATTOLICA UN APPELLO AD ANDARE A VOTARE

POLITICHE 2018. DALL’AZIONE CATTOLICA UN APPELLO AD ANDARE A VOTARE

21 Febbraio 2018 0 Di La redazione

La nota stampa diffusa dall’Ac – Diocesi di Avellino – presieduta da Maria Grazia Acerra

L’ormai prossimo 4 marzo, in cui saremo chiamati alle urne per eleggere il nuovo parlamento, rappresenta un appuntamento importante per il nostro Paese e questo momento chiede un di più di passione civile e di responsabilità per tutti noi.

Secondo diversi sondaggi molti Italiani non sono intenzionati ad andare a votare. Forse ci sentiamo confusi o sfiduciati a causa della sensazione che la politica sia qualcosa di lontano dalle nostre vite. Tuttavia non andare a votare significa solo subire passivamente la situazione intorno a noi. Non guardiamo dalla finestra questo momento della storia d’Italia. Se non ci interessiamo, conteranno solo le scelte degli altri. Diamo il nostro contributo all’Italia che sogniamo, cominciando dalla scelta di andare a votare: non è vero che tutti i partiti, i candidati e le proposte, sono uguali. Ognuno di noi può informarsi, conoscere i programmi dei vari schieramenti e contribuire con il voto a scrivere un pezzo del presente e del futuro d’Italia.

È opportuno andare al di là delle urgenze urlate della campagna elettorale, uscendo dalle secche di una politica a breve o brevissima scadenza, per identificare alcuni elementi cardine che secondo noi sono prioritari nel medio e lungo termine. Guardare al futuro deve spingere gli Italiani a superare gli individualismi, il “prima gli Italiani” o “prima noi” o addirittura “prima io” (pensiamo all’evasione fiscale), andando incontro agli ultimi, i poveri, i forestieri con un atteggiamento di comprensione e compassione per costruire spazi di dialogo e di accoglienza. Per il nostro Paese è, poi, fondamentale affrontare la questione dell’invecchiamento della popolazione e del calo demografico che rappresentano probabilmente il maggiore ostacolo lungo un percorso di crescita sostenibile perché, rallentando il ritmo dell’innovazione, diminuisce la capacità di adattarsi ai cambiamenti epocali che stiamo vivendo. Infatti, in questi campi il confronto con Paesi molto più “giovani” sta portando l’Italia ad avere sempre meno da dire e da dare al mondo, e anche minori possibilità di essere attraente, e sta già perdendo forze brillanti, attratte da luoghi più stimolanti. Guardare al futuro ci impegna, inoltre, a pensare che l’avvenire dovrà essere costruito in modo comune da Nord a Sud, oltrepassando le differenze che segnano il nostro Paese, o non ci sarà futuro per nessuno. Decisivo e non più rinviabile, infine, appare anche la cura dell’ambiente come casa comune.

Pare opportuno allora scegliere una classe politica che possa accompagnare questo percorso anche perché ad urne chiuse, la nuova legge elettorale dovrebbe obbligare gli eletti a trovare accordi e mediazioni: è bene, perciò, che cooperiamo scegliendo persone idonee a farlo. La capacità di dialogo e di conciliazione di chi eleggeremo sarà preziosa pure per il governo della globalizzazione e per lo sforzo di riprogettazione della casa comune europea. Per queste ragioni abbiamo bisogno di più politica, non di meno. Perciò andare a votare, anche senza l’entusiasmo delle grandi ideologie o dei grandi progetti, è davvero importante e mette alla prova la nostra responsabilità e maturità a misurarsi anche con i limiti della democrazia e le sue contraddizioni. Infatti, oggi più che mai abbiamo bisogno di una politica adulta e abbiamo bisogno anche e soprattutto di elettori maturi che indaghino la propria coscienza ed esprimano il loro parere con il voto.