L’EMERGENZA COVID E I GARANTISTI PARACULO

L’EMERGENZA COVID E I GARANTISTI PARACULO

4 Agosto 2020 0 Di Sandro Feola

“Massima fiducia nella Magistratura”, recita così la formula di rito che viene ripetuta da tutti quelli che si ritrovano a doversi giustificare per essere oggetto di un’indagine. Anche chi commenta la cronaca giudiziaria la usa per rimettersi all’operato degli inquirenti, confidando nel fatto che questi agiscano in autonomia, scevri da qualsiasi condizionamento. 

La Magistratura indaghi, dunque, anche sulla gestione dell’emergenza Covid. Lo sta facendo in Lombardia, lo farà altrove e lo faccia anche in Campania. Lo faccia con la massima discrezione possibile, e con la celerità che richiede la circostanza, non secondaria, che questa regione è ormai nel bel mezzo di una campagna elettorale.

Ciò assodato, a questa considerazione andrebbe aggiunta, però, una sonora pernacchia rivolta non solo ai “garantisti a fasi alterne” – quelli che lo sono quando indagano i propri amici e cessano di esserlo quando i giudici colpiscono gli avversari – ma anche a quelli che praticano il “garantismo paraculo”, che approfittano delle inchieste che riguardano gli avversari per rilasciare dichiarazioni del tipo: “Sono garantista da sempre, però…”.

L’essere autenticamente garantisti è una caratteristica che possono avere solo gli uomini e le donne che hanno piena consapevolezza dei principi costituzionali e, nel contempo, una grande onestà intellettuale, tale da sovrastare qualsiasi passione politica o ragione di parte. E coloro che non hanno questa dote farebbero bene ad astenersi da commenti che quasi sempre scadono nel risibile. Non solo perché contorti e palesemente in contraddizione con la premessa di rito “sono garantista”, ma anche perché quasi sempre non mettono nel conto che qualcuno possa chiedere il perché del loro silenzio su circostanze analoghe, o anche più gravi. Come quella – ad esempio – che vede alcuni esponenti del centrodestra campano indagati a vario titolo – anche recentemente – per reati a volte decisamente disonorevoli.

Ovviamente, per noi queste persone sono del tutto innocenti, fino a sentenza di condanna definitiva. Come sempre, però, senza se e senza ma.