
IL POLITICO CHE SCELSE L’ACCADEMIA
13 Marzo 2023La scomparsa di Aristide Savignano, nato a Gesualdo 89 anni fa, la cui morte per sua volontà è stata comunicata ieri dai familiari a dieci giorni dal decesso, chiude simbolicamente il Novecento politico in provincia di Avellino, dopo la scomparsa nel maggio dell’anno scorso di Ciriaco De Mita e quella pochi mesi fa di Gerardo Bianco e prima ancora di Salverino De Vito e Biagio Agnes. Savignano era sin dall’inizio nel gruppo dei cosiddetti “Magnifici Sette” cresciuti alla scuola di Fiorentino Sullo dal quale si affrancarono definitivamente alla fine degli anni Cinquanta per dar vita, con De Mita, alla corrente di Base: un crogiuolo di intelligenze politiche e intellettuali straordinarie che con grande e anticipata visione lavorava su due principali obiettivi: il superamento del centrismo degasperiano con l’apertura ai socialisti e le riforme istituzionali sulle quali aprivano al partito Comunista.
Originario di Gesualdo, è scomparso all’età di 89 anni. Finì per scegliere l’accademia alla politica, dopo essere stato uno dei protagonisti della stagione politica intorno a Cronache Irpine ed essere entrato in rotta di collisione con De Mita e gli altri. Fu Savignano da presidente dell’Asi a creare il primo nucleo industriale in provincia di Avellino, a Pianodardine. E proprio sull’Asi avvenne la rottura: si dimise scrivendo parole di fuoco contro la gestione privatistica del potere pubblico. Quindi il lungo percorso accademico: insegnava dottrina dello Stato e istituzioni di diritto pubblico, fu rettore a Salerno, per un soffio non divenne rettore a Firenze, amministratore della Treccani e di Einaudi, vice presidente del Banco di Napoli, presidente della scuola superiore della Pubblica Amministrazione, saggista. Insomma, tante cose e tutte fatte al massimo livello e nella massima trasversale considerazione. Savignano fu l’altra faccia di quella classe dirigente democristiana modernizzatrice: più severa, più rigorosa, attenta a definire la partecipazione politica nell’ordine costituzionale: era un convinto assertore di confini che la politica non avrebbe dovuto travalicare. È stato un grande irpino e un grande italiano.