
ACCADDE OGGI – 10/03/2019
10 Marzo 201910/03/1772 – Nasce ad Hannover, in Germania, il filosofo, critico e traduttore tedesco Karl Wilhelm Friedrich von Schlegel.
Schlegel è figlio di Johann Adolf, un pastore protestante, e di una insegnante di matematica. Una famiglia colta la sua, che tenta di indirizzarlo verso una carriera di commercio. Friedrich Schlegel studia diritto tra Gottinga e Lipsia, anche se in realtà le sue passioni sono rappresentate dalla poesia e dalla letteratura. Nel 1794 si trasferisce a Dresda, dove – poco più che ventenne – compone e porta a termine le sue prime opere. “Von der Schule der grichieschen Poesie”, concluso nel 1794, e “Uber das Studium der griechischen Poesie”, risalente a un paio di anni più tardi. Questi testi possono essere considerati come un’esaltazione della poesia greca, che viene reputata dall’autore realmente oggettiva, sulla base di linee interpretative non troppo lontane rispetto alla differenziazione schilleriana tra poesia sentimentale e poesia ingenua. Quella greca è una poesia spontaneamente e intrinsecamente armonica, diversa da quella moderna che, invece, non è in grado di raggiungere la vera perfezione perché ritenuta soggettiva. In seguito Friedrich Schlegel si sposta a Jena, prima di arrivare nel 1797 a Berlino, dove entra in contatto con il filosofo e teologo Schleiermacher e il poeta Novalis, tra coloro che diventeranno gli esponenti più importanti del primo Romanticismo.
Nel 1798 fonda, insieme con il fratello August Wilhelm, una rivista intitolata “Athenaeum”, che diventa a sua volta organo del primo Romanticismo. Nel frattempo Schlegel si dedica alla scrittura di saggi incentrati su Carl Jacobi, Über Lessing e Goethe. Testi che costituiscono un esempio di uno stile di critica letteraria nuovo. Tra il 1798 e il 1799 porta a termine “Geschichte der Poesie der Griechen und der Roemer” e un romanzo, intitolato “Lucinde”, che diventa bersaglio di molteplici contestazioni a causa del suo modo di presentare e affrontare la concezione romantica dell’amore, in maniera spregiudicata. Successivamente Friedrich Schlegel pubblica una interessante serie di frammenti, tra la rivista “Lyceum” e “Athenaeum”, in cui sono inclusi i principi del suo modo di concepire la poesia. Qui sviluppa e amplia concetti già contenuti nei primi scritti, pur in un contesto di un entusiasmo classicistico meno sentito. Schlegel mette in evidenza, in particolare, la connessione tra la poesia romantica e l’assenza di una mitologia in grado di svolgere lo stesso compito che fu svolto dalla mitologia greca, da cui era derivata la poesia classica. Mette in evidenza anche altri caratteri fondamentali della civiltà moderna, come l’insopprimibile e ineluttabile presenza dell’aspirazione a ricercare ed esprimere l’infinito, nel solco di quanto propugnato dal cristianesimo.
Nel 1801, anno in cui muore Novalis, solo ventinovenne, Schlegel si trasferisce a Berlino. La scomparsa dell’amico, che segna la conclusione del primo romanticismo, rappresenta – però – un duro colpo da sopportare, che lo porta ad allontanarsi progressivamente dal Romanticismo. Dopo avere tenuto a Colonia un corso di filosofia, Friedrich fonda a Parigi una rivista nuova, denominata “Europa”, mentre amplia i propri interessi verso le letterature romanze, e in particolare quella spagnola. Nel 1808 dedica alla letteratura indiana “Uber die Sprache und Weisheit der Inder” (Sulla lingua e sulla saggezza degli Indù – che dimostra il suo interesse nuovo nei confronti delle culture orientali). In questo periodo si converte al cattolicesimo. Quattro anni più tardi a Vienna tiene le “Vorlesungen uber die Geschichte der alten und der neuen Literatur” (Storia della letteratura antica e contemporanea, lezioni), che verranno poi pubblicate poco dopo. Nel 1814 lo scrittore tedesco è a Vienna al servizio di Metternich. Qui dà alle stampe una storia della letteratura antica molto interessante. Schlegel non è più, tuttavia, il romantico dei primi tempi, essendosi trasformato nel più tradizionalista dei cattolici. Più tardi fonda altre due riviste, entrambe nate con l’obiettivo di pubblicizzare un rinnovamento totale della cultura e della vita tedesca prendendo spunto da un cristianesimo da intendere in un’ottica romantica. Sono intitolate rispettivamente “Deutsches Museum” e “Concordia”.
Negli ultimi anni della propria vita tiene lezioni dedicate sempre a questi temi, come dimostrano “Philosophie des Lebens” (Filosofia di vita), “Philosophie der Geschichte” (Filosofia della storia) e “Philosophie der Sprache und des Wortes” (Filosofia del linguaggio e della parola). Karl Wilhelm Friedrich von Schlegel muore il 12 gennaio del 1829 a Dresda, all’età di 56 anni.
10/03/1872 – Muore a Pisa il patriota, politico, filosofo e giornalista Giuseppe Mazzini.
Il padre del Risorgimento italiano nasce a Genova il 22 giugno 1805, terzogenito di tre bambini. Era stato preceduto dalle due sorelle, Rosa e Antonietta. Ragazzino sveglio e vivace, già adolescente sente vivo e forte l’interesse per le tematiche politiche, soprattutto quelle concernenti l’Italia, vero e proprio destino annunciato. Nel 1820 è ammesso all’Università; avviato in un primo tempo agli studi di medicina, passa a quelli di legge. Nel 1826 scrive il suo primo saggio letterario, “Dell’amor patrio di Dante”, pubblicato l’anno successivo. Poco dopo la laurea, entra a far parte della cosiddetta Carboneria, ossia una società segreta con finalità rivoluzionarie. Per dare un valore sempre più propulsivo alle sue idee, inizia una collaborazione con “L’indicatore genovese”, giornale che si professava letterario a mò di copertura, presto soppresso dal governo Piemontese il 20 dicembre. Detto fatto, si sposta e comincia a collaborare invece all'”Indicatore livornese”. Intanto, parallelamente all’attività pubblicistica, svolge una ben più concreta attività di persuasione fra la gente, viaggiando in Toscana e cercando aderenti alla Carboneria. Una violenta delusione è però pronta ad attenderlo. Il 21 ottobre, a Genova, è tradito e denunciato alla polizia quale carbonaro. Il 13 novembre è arrestato e chiuso in carcere nella fortezza di Savona. Non essendo emerse prove a suo carico gli fu offerto o di vivere al “confino” in qualche sperduto borgo del regno sotto la sorveglianza della polizia o di andare in esilio a Marsiglia: decide per la seconda soluzione: esce dal Regno Sardo il 10 febbraio 1831. L’animo è provato ma non certo abbattuto. L’attività di lotta prosegue. Si reca così a Ginevra, dove incontra alcuni esuli; passa a Lione e vi trova alcuni proscritti italiani; con essi parte per la Corsica, sperando di portare aiuto agli insorti dell’Italia centrale. Rientrato in Francia fonda a Marsiglia la Giovine Italia che si propone di costituire la Nazione “Una, Indipendente, Libera, Repubblicana”. Fa stampare una lettera aperta a Carlo Alberto, appena salito al trono per esortarlo a prendere l’iniziativa della riscossa italiana.
Grazie allo spirito profondamente religioso e alla dedizione verso lo studio degli avvenimenti storici, egli aveva compreso come solo una stato di tipo repubblicano avrebbe potuto permettere il raggiungimento degli ideali di libertà, uguaglianza e fraternità propri della Rivoluzione Francese. Per questo formulò il programma più radicale fra tutti quelli dibattuti nel corso del Risorgimento italiano e, fedele alle sue idee democratiche, avversò la formazione di uno stato monarchico. Nel 1832, a Marsiglia, inizia la pubblicazione della rivista “La Giovine Italia”, che ha come sottotitolo “Serie di scritti intorno alla condizione politica, morale e letteraria dell’Italia, tendenti alla sua rigenerazione”. L’iniziativa ha buon successo e ben presto L’associazione Giovine Italia si estende anche nell’ambito militare. Nel Regno Sardo sono condannati a morte vari affiliati. Per la sua attività rivoluzionaria, Mazzini è condannato a morte in contumacia il 26 ottobre dal Consiglio Divisionale di Guerra di Alessandria. Il 2 febbraio 1834 fallisce il tentativo di invasione della Savoia. Mazzini ripara nella Svizzera. Si accorda con patrioti esuli di tutte le nazionalità oppresse; Favorisce la costituzione delle società, più o meno segrete, Giovine Polonia, Giovine Germania, che, collegate con la Giovine Italia formano la Giovine Europa, tendente a costituire le libere nazioni europee affratellate. Il Gran Consiglio di Berna espelle Mazzini che aveva anche promosso la Costituzione della Giovine Svizzera. Nell’ottobre, con i fratelli Ruffini, è a Grenchen.
Seguono numerosi spostamenti. Il 28 maggio 1836 è arrestato a Soletta; poco dopo la Dieta Svizzera lo esilia in perpetuo dallo Stato. Si reca a Parigi, dove il 5 luglio è arrestato; è rilasciato a patto che parta per l’Inghilterra. Nel 1837 gennaio giunge a Londra. E’ in miseria: riceverà più tardi modesti compensi per la collaborazione a giornali e riviste inglesi. Siamo ormai nel 1840. Il 30 aprile ha ricostituito la Giovine Italia. Il 10 novembre inizia a Londra la pubblicazione del periodico “Apostolato popolare”, che reca nel sottotitolo “Libertà, Eguaglianza, Umanità, Indipendenza, Unità – Dio e il popolo – Lavoro e frutto proporzionato”. Nel 1841 Fonda una scuola gratuita per i fanciulli poveri in Londra. L’8 settembre 1847, da Londra, sottoscrive una lunga lettera a Pio IX indicandogli ciò che dovrebbe e potrebbe fare poi si reca a Parigi dove detta lo statuto dell’Associazione Nazionale Italiana. Il 7 aprile giunge a Milano liberata dagli austriaci. Fonda il quotidiano “L’Italia del popolo”, nel quale chiarisce le proprie idee sul modo di condurre la guerra. Nell’agosto lascia Milano per l’arrivo degli austriaci, raggiunge Garibaldi a Bergamo e lo segue in qualità di alfiere. L’8 agosto ripara in Svizzera, dove rimarrà fino al 5 gennaio 1849. Il 9 febbraio 1849 è proclamata la Repubblica Romana. Goffredo Mameli telegrafa a Mazzini: “Roma Repubblica, venite!”.
Il 5 marzo entra in Roma “trepidante e quasi adorando”. Il 29 marzo è nominato triumviro. Il 30 giugno, di fronte all’impossibilità di resistere oltre in Roma, respinta la sua proposta di uscire con l’esercito e trasferire altrove la guerra, si dimette con gli altri triumviri perché dichiara di essere stato eletto a difendere, non a sotterrare la Repubblica. Entrati i nemici, parte il 12 luglio per Marsiglia. Si reca quindi a Ginevra e successivamente a Losanna, dove è costretto a vivere nascostamente. Nel 1851 torna nel gennaio a Londra, dove si fermerà fino al 1868, salvo numerose visite di settimane o di pochi mesi nel continente. Fonda nella capitale inglese la società “Amici d’Italia” per estendere simpatie alla causa nazionale. Focolai di protesta e rivoluzione, intanto, si spandono dappertutto. E’ il 6 febbraio 1853 quando, ad esempio, a Milano è represso nel sangue un tentativo insurrezionale contro gli austriaci. Dopo alcuni anni ancora fuori dall’Italia, nel ’57 torna a Genova per preparare con Carlo Pisacane l’insurrezione che dovrebbe poi scoppiare nel capoluogo ligure. La polizia non riesce ad arrestare Mazzini che, per la seconda volta, sarà condannato a morte in contumacia (28 marzo 1858). Londra, ancora una volta accoglie l’esule in pericolo. Da lì scrive a Cavour per protestare contro alcune dichiarazioni pronunciate dallo statista e si oppone, sostenuto da numerosi altri repubblicani, alla guerra all’Austria in alleanza con Napoleone III. Escluso dall’amnistia concessa all’inizio della guerra, si reca clandestinamente a Firenze. La speranza è quella di poter raggiungere Garibaldi per l’impresa dei Mille cosa che si avvera solo nel 1861, grazie ad un’adunanza di mazziniani e garibaldini in soccorso a Garibaldi in difficoltà in Sicilia e Napoli.
L’11 agosto parte per la Sicilia sperando in un movimento insurrezionale. A Palermo prima di scendere dalla nave, è dichiarato in arresto; il 14 agosto è portato al carcere del forte di Gaeta. Il 14 ottobre è liberato, in virtù dell’amnistia concessa ai condannati politici per la presa di Roma. Dopo brevi soste a Roma, Livorno, Genova, riprese la via dell’esilio. E’ a Lugano alla fine di ottobre; ritorna a Londra alla metà di dicembre. Nel 1871 esce a Roma il numero – programma del settimanale “La Roma del popolo”. Il 10 febbraio lascia Londra per Lugano. Nel novembre promuove il Patto di Fratellanza tra le società italiane operaie. Nel 1872 Giunge in incognito a Pisa, ospite dei Nathan-Rosselli, dove muore il 10 marzo. Il 17 successivo si svolgono a Genova i funerali solenni, vi partecipano, secondo i calcoli della polizia, circa centomila persone. Una perculiarità di Mazzini è quella di non aver mai aderito alla visione marxista della storia e di aver rigettato sia la teoria della divisione per classi che l’impostazione rivoluzionaria violenta propria del comunismo, pur essendo legato ad una concezione solidaristica dei rapporti sociali. La sua rivolta era una rivolta di libertà, non un tentativo di cambiare la società per instaurarne una “più giusta”. Le sue ultime battaglie politiche si erano dirette, per l’appunto, contro il progressivo affermarsi dell’egemonia marxista all’interno del movimento operaio italiano, contro la quale aveva promosso, nel 1864, un Patto di fratellanza fra le società operaie aderenti a un programma moderato e interclassista.
10/03/2017 – Muore a Londra il pilota motociclistico e pilota automobilistico britannico John Surtees.
Nato l’11 febbraio del 1934, esordisce nelle classifiche del motomondiale nella stagione 1952 dove ottiene un sesto posto in Classe 500, guidando una Norton in occasione del Gran Premio motociclistico dell’Ulster. Le presenze in classifica successive risalgono invece al motomondiale 1955 dove si presenta, sempre con una Norton, al via delle competizioni della classe 350 e dove, nella classe 250, in sella ad una NSU, conquista la sua prima vittoria nuovamente in occasione del GP dell’Ulster. Dall’edizione del 1956 diventa invece pilota ufficiale della MV Agusta con cui ha conquistato tutti i successivi successi. Tra i suoi record vi sono quello di avere ottenuto la vittoria in tutti i gran premi delle 350 e delle 500 del motomondiale 1959 e quello di aver conquistato i tre titoli consecutivi della 500, dal 1958 al 1960, oltre che quelli della 350 nel 1958 e nel 1959, ottenendo sempre il massimo punteggio teorico possibile: in quegli anni venivano presi in considerazione per la classifica finale i migliori 4 risultati ottenuti durante la stagione e Surtees aveva ottenuto ogni anno almeno 4 successi. In totale nelle corse di motociclismo ha vinto sette titoli mondiali: dal 1958 al 1960 nella classe 350, nel 1956 e dal 1958 al 1960 nella classe 500. Mentre continuava la carriera motociclista, nel 1960, iniziò a correre anche con le quattro ruote.
Partecipò al gran premio di Monaco con la Lotus dove si ritirò per problemi meccanici e al Gran Premio di Inghilterra sempre con la Lotus dove arrivò secondo. Al termine della stagione seguente Enzo Ferrari gli offrì un posto nella sua scuderia, ma l’inglese rifiutò non ritenendosi ancora pronto per correre per la casa di Maranello. L’accordo venne comunque siglato alla fine del 1962. Surtees conquistò il titolo mondiale nel 1964 e vinse 4 gare. Corse poi per Cooper, Honda e BRM. Fondò infine una propria omonima scuderia senza riuscire a conquistare successi. Nel corso della sua carriera sulle quattro ruote partecipò e vinse anche il campionato CanAm disputato in Nord America. Suo figlio Henry Surtees, pilota come il padre, è morto il 19 luglio 2009 nel corso di una gara automobilistica di Formula 2, colpito al capo da uno pneumatico distaccatosi da un’altra autovettura. Surtees è morto a 83 anni il 10 marzo 2017 al Georges Hospital di Londra per problemi respiratori.